62° anniversario della morte della Regina Elena

Madre e Regina esemplare, morta in concetto di santità, è Jelena Petrović Njegoš, sesta figlia di re Nicola I del Montenegro e di Milena Vukotić. Sposò Vittorio Emanuele III il 24 ottobre 1896 a Roma, in Santa Maria degli Angeli. La presenza di Elena accanto al sovrano si mantenne sempre discreta e fu dedita ai bisogni del popolo che fece suo in tutto e per tutto. Ogni giorno il corriere recapitava a Villa Savoia una grande borsa di cuoio, chiamata «la bolgetta» (termine sardo-savoiardo), carica di lettere:  richieste umili e a volte disperate di chi ricorreva alla Regina della Carità. Immenso fu l’aiuto che ella prestò ai terremotati di Messina nel 1908; inoltre si prodigò, con le sue conoscenze mediche, che le valsero la laurea honoris causa, a favore di encefalitici, tubercolotici, poliomielitici, malati di cancro e di Parkinson.

Il 15 aprile 1937 Pio XI le conferì la «Rosa d’oro della Cristianità». Nel 1939 scrisse una lettera, toccante ed inascoltata, alle sei sovrane delle nazioni ancora neutrali (Danimarca, Olanda, Lussemburgo, Belgio, Bulgaria e Jugoslavia) al fine di evitare la seconda guerra mondiale. Esiliata, con il consorte, ad Alessandria d’Egitto, dopo la vedovanza, si scoprì malata di cancro e si trasferì in Francia a Montpellier. Bruciata dal dolore per la tragica perdita della carissima figlia Mafalda (morta nel lager di Buchenwald il 28 agosto 1944) e rinnegata dalla terra a cui aveva dato tutta se stessa, Elena muore povera e sola il 28 novembre 1952. L’intera città si fermò per assistere e partecipare al suo funerale, al quale presero parte ben 50 mila francesi.

elena la regina mai dimenticataPer approfondire:
Cristina Siccardi
Elena. La regina mai dimenticata
Paoline Editoriale Libri

 

 

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