"La Consolata” e la gente di Torino

Il Capoluogo piemontese in festa

al santuario dedicato a Maria,

patrona della città da trecento anni

Luca Rolandi
Torino

 La data fondamentale è il 21 maggio 1714, giorno in cui la Beata Vergine Consolata è stata proclamata patrona della Città, dal Consiglio comunale di Torino. Trecento anni dopo, il 21 maggio, giorno della proclamazione, la “Sala Rossa” di Palazzo civico della città ospiterà una cerimonia istituzionale. Il rapporto della Consolata con Torino ha origini antiche e l’atto giuridico del 1714, con il quale la si dichiara patrona, ufficializza questo lungo legame. La proclamazione trova la sua motivazione storica nell’avvenimento bellico dell’assedio di Torino del 1706 e coinvolge personaggi quali il beato Sebastiano Valfré e Vittorio Amedeo II, primo re di casa Savoia. Anche nella drammatica esplosione di colera del 1835 la relazione di affetto e fiducia tra la popolazione e la “Madre di Dio Consolatrice e Consolata” trova nuove conferme a questo secolare legame.

La lunga storia del santuario della Consolata

Come racconta la scrittrice e storica Cristina Siccardi nel suo blog (www.cristinasiccardi.it), “la Consolata” – così viene chiamato il Santuario torinese dedicato alla Beata Vergine – ha mille anni di storia. Essa è legata a due episodi molto importanti che vengono raccontati in due testi appartenenti rispettivamente all’XI e al XIII secolo: il “Chronicon Novalicense” e la “Cronaca di Fruttuaria”. Nel Chronicon Novalicense si narra dei monaci benedettini fuggiti dall’abbazia della Novalesa nel 906, a causa delle incursioni saracene, che si insediarono nei pressi dell’allora chiesa di Sant’Andrea a Torino. A seguito dell’arrivo dei benedettini dalla Valle di Susa vi fu l’intervento del marchese Adalberto che dispose la costruzione di un monastero e la dotazione a favore dei monaci di terreni appartenenti alle città di Gonzole e San Dalmazzo (929). Nella Cronaca di Fruttuaria è contenuta la vicenda legata alla visione di Arduino il quale nel 1016 – in seguito a un sogno in cui gli appare la Madonna, san Benedetto e Maria Maddalena che gli ordinano di costruire tre santuari, tra cui quello dove sorgeva la chiesa di Sant’Andrea a Torino – diventa il promotore della costruzione della nuova cappella, in cui si racconta venisse rinvenuta l’antica immagine della Consolata. Secondo la tradizione l’immagine della Beata Vergine della Consolata venne ritrovata nei pressi della chiesa di Sant’Andrea da un giovane cieco, proveniente da Briançon, grazie a una visione. La scoperta della miracolosa immagine ridonò la vista al cieco e quell’immagine taumaturgica divenne dispensatrice di grazie e di miracoli: il Santuario, infatti, è ricchissimo di “ex voto” che si sono raccolti lungo i secoli”.

Le celebrazioni

“La Consolata e la sua città” è il titolo dell’esposizione aperta nelle scorse settimane: rimarrà aperta al pubblico fino al 24 giugno. Ricco e completo il volume “300 anni Patrona. La Consolata, la sua città, la sua gente” (AA.VV, ed. La Consolata). Tanti sono gli appuntamenti sino al 20 dicembre quando, al santuario della Consolata, si svolgerà il concerto di chiusura del “Terzo Centenario della Patrona” con l’esibizione del Coro diocesano del Duomo di Torino e della Corale liturgica di San Filippo Neri che presenteranno un repertorio di musiche natalizie e mariane.

Convegno e scoperte archeologiche

Infine, il comitato scientifico per lo studio e la valorizzazione del Santuario, che racchiude tesori si arte e cultura, sta preparando un convegno in programma in autunno, quando saranno approfonditi le iniziative di studio, le proposte e i progetti che si sono avviati in questi ultimi anni: “Torino riscopre la Consolata, nuova luce sull’antico Santuario” è il titolo; si svolgerà in Municipio il 28 novembre, e si traccerà un primo bilancio delle ricerche promosse nel 2008. Il Santuario infatti ha commissionato, in accordo con le tre Soprintendenze competenti, un cantiere di indagini preliminari teso a individuare le priorità di intervento dettate dallo stato conservativo e anche teso alla possibile riqualificazione funzionale e alla valorizzazione del Santuario e del convitto della Consolata.

I risultati delle indagini e gli approfondimenti storici, architettonici, archivistici e liturgici hanno fornito rinnovati stimoli per iniziative di studio e rilievo in relazione alle fasi costruttive e decorative dell’antica chiesa di Sant’Andrea, che costituisce l’impianto originario del Santuario: sono emersi elementi per la definizione delle strutture romaniche della chiesa e per la comprensione delle modifiche architettoniche successive.

Fonte: Vatican Insider

 

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