Scriptorium – Recensioni – rubrica del sabato

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Recensioni  –  rubrica del sabato di Cristina Siccardi

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Versato per molti. Studio per una fedele traduzione del pro multis nelle parole della consacrazione – di Don Manfred Hauke – Il 17 ottobre 2006 la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti inviò ai presidenti delle Conferenze Episcopali la lettera sulla traduzione corretta delle parole latine pro multis nelle orazioni eucaristiche… Tradurre pro multis con per tutti è un compromesso dannosissimo…

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zzhkeLa scorsa settimana abbiamo presentato la poderosa e “missionaria” opera di Padre Serafino Lanzetta, Il Vaticano II, un Concilio pastorale. Ermeneutica delle dottrine conciliari, introdotta dal Professor Don Manfred Hauke; questa settimana desideriamo occuparci di un libro scritto proprio da Hauke, dal titolo Versato per molti. Studio per una fedele traduzione del pro multis nelle parole della consacrazione, edito da Cantagalli.

Il 17 ottobre 2006 la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti inviò ai presidenti delle Conferenze Episcopali la lettera sulla traduzione corretta delle parole latine pro multis nelle orazioni eucaristiche. Questa direttiva, a nome di Benedetto XVI, provocò un vivace dibattito fra pastori e teologi. «Si riconobbe, in generale, la correttezza linguistica dell’ammonimento, ma varie voci mettevano in dubbio il messaggio teologico e la portata pastorale del richiamo. Fra queste voci qualcuno pensò addirittura che tale cambiamento avrebbe messo in serio dubbio il ruolo salvifico di Cristo, Sommo Sacerdote della Nuova Alleanza» (p.5), così ha scritto nel 2008 il Cardinale Malcom Ranjith nella prefazione al libro, quando era ancora Segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (oggi Arcivescovo di Colombo in Sri Lanka).

Don Hauke, professore di Patrologia e Dogmatica alla Facoltà Teologica di Lugano (Svizzera), ha raccolto in questo testo gli elementi fuoriusciti dalla discussione contemporanea. «L’opera presenta il fondamento biblico del tema, segue l’interpretazione delle parole sacre durante la storia, riporta gli appositi documenti del Magistero e dona una lettura sistematica della corretta traduzione, consapevole della teologia eucaristica» (p. 5), si legge ancora nella prefazione del Cardinale Ranjith.

Il breve saggio risulta di rilevante importanza poiché anche il non teologo può comprendere il perché sia necessario continuare, sulla linea della Tradizione della Chiesa, ad affermare che il divino Sangue di Cristo continua ad essere versato sugli altari del mondo non per tutti, ma per molti. Il “tutti” comporta quel modo di procedere del pensiero teologico ed ecclesiastico moderno, dove nessuno è escluso dal Paradiso, nonostante sia reo di colpa mortale e dove ogni membro di qualsiasi religione abbia un “lasciapassare” di misericordia divina e incondizionata a prescindere dalla Giustizia divina (contraddizione in termini). Con il pro multis il Cristianesimo non divenne una religione per tutti «bensì rimase staticamente una religione per molti e in realtà per sempre meno. Adesso la Chiesa cattolica trae le sue conclusioni e vuole cambiare i suoi Messali. […] La salvezza delle anime non ce la si può immaginare come un affare meccanicistico […]. Quello che Cristo ha guadagnato a tutti dev’essere tuttavia voluto singolarmente. In tal modo si ovvia all’immagine di essere, in confronto ad altre religioni, una religione inoffensiva e ancora capace di ammiccare all’ateismo. Il Cattolicesimo non è così innocuo come sembra, come esso spesso fa» (p. 98), fa da quando il Modernismo ha imbrigliato le attenzioni della corrente maggioritaria della Chiesa.

L’esatta traduzione delle Parole della Consacrazione evidenzia la serietà della vita cristiana, che non è una scelta di vita per amanti del folklore, del sincretismo o di coloro che costruiscono la religione sulle proprie fantasie o i propri desideri e/o istinti, ma una strada con precise regole, precisi percorsi spirituali e di ragione, precisi doveri privati e pubblici che, se non incarnati, non è possibile dichiararsi cattolici. «Per appartenere a coloro che Cristo ha eletto è necessaria una cura attiva per la salvezza personale. In un tempo, dove il concetto biblico dell’elezione è stato gettato in un limbo della dimenticanza, una tale sveglia è oltremodo adeguata» (pp. 98-99).

Tradurre pro multis con per tutti è un compromesso dannosissimo. L’addomesticamento al compromesso che la Chiesa, nella sulla linea di «aggiornamento» alla modernità, è andata sempre più auspicando e cercando da 50 anni a questa parte, l’ha allontanata sempre più dal suo spirito e dalla sua natura, dai suoi obiettivi e dalla sua missionarietà evangelica, togliendo quella sana fierezza di essere Chiesa autenticamente cattolica per diventare una sempre più inconsistente Chiesa del buonismo liquido, che ogni giorno di più viene inghiottita dal miasma del mondo.

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Versato per molti. Studio per una fedele traduzione del pro multis nelle parole della consacrazione – di Don Manfred Hauke – ed. Cantagalli  (pag. 112, € 13,80)  –  per acquisti on line inviare una mail a info@riscossacristiana.it . Per le modalità di pagamento, clicca qui 

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