Scriptorium – Recensioni – rubrica del sabato

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Recensioni  –  rubrica del sabato di Cristina Siccardi

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Cristianesimo e ordine civile di Gianni Baget Bozzo – un testo che indica due vie per avvicinarsi alla Verità: la Rivelazione per i cristiani e, per tutti, la legge naturale, che può essere appresa con la ragione. E De Viduis. Le vedove di Sant’Ambrogio con l’introduzione del Cardinale Giacomo Biffi. Una lettura davvero preziosa per ritornare alle fonti della reale differenza delle sessualità. E poi, due libri vivamente sconsigliati

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Nella speranza che in molti abbiano dedicato parte delle loro giornate di riposo estivo alla sana e buona lettura cattolica, quella che fa bene allo spirito e aiuta ad affrontare meglio la vita di tutti i giorni, torniamo con «Scriptorium», proponendo due testi e sconsigliandone altri due.

zzzzbgtbzzPer i «Classici Cristiani» dell’Editore Cantagalli, segnaliamo due libri particolari per la loro lucida analisi dei temi trattati. Due libri brevi, ma molto profondi. Il primo è Cristianesimo e ordine civile di Gianni Baget Bozzo, dove l’autore indica due vie per avvicinarsi alla Verità: la Rivelazione per i cristiani e, per tutti, la legge naturale, che può essere appresa con la ragione. Il mondo, secondo la spiegazione di Bozzo, è la cornice, la storia è il processo in cui la natura umana si svolge. Popoli e nazioni sono chiamati a convergere ognuno seguendo una propria vocazione. E l’Italia è portatrice di una vocazione da sempre legata al cristianesimo ed alla sede di Pietro. Questo saggio venne scritto nel 150° anniversario dell’Unita d’Italia. Secondo Baget Bozzo l’Italia ha una missione specifica, una missione che oggi sia nella realtà ecclesiale, sia con il Governo attuale, ha e dimostra la volontà di abbandonare.

«Comprendere l’Italia è capirla in ciò che di distinto e di specifico ha rispetto a Roma, sia antica che pontificale: e capir bene la sua distinzione sia dall’Impero che dalla Chiesa.

Il non aver bene inteso il distacco dalla Chiesa ed aver fatto dell’Italia una sorta di organo del Papato e, come una nazione sacerdotale, una sorta di tribù levitica della Cristianità, è l’errore di Gioberti.

L’aver voluto far rivivere Roma antica in Italia è l’errore che parte da Arnaldo da Brescia, passa per Cola di Rienzo, fonda la politica moderna con Machiavelli, e giunge a conclusione drammatica e a catastrofe nazionale con Mussolini.

La figura che dobbiamo tenere ben ferma come criterio e simbolo della vocazione nazionale italiana è Dante» (p. 55).

Il Padre e Poeta Dante scrisse il poema primogenito della nazione primogenita. La vita di ragione, la vita di grazia (Beatrice), i doni mistici (Maria) conducono Dante dalla disperazione del male fino alla suprema pace, nella quale l’ordine umano è fatto conforme all’ordine divino. Come allora, non ricordare l’appello di Pio XII ai Romani? «È tutto un mondo che occorre trasformare: da selvatico in umano, da umano in divino, cioè secondo il cuore di Dio» (p. 56).

Nella Divina Commedia non c’è rabbia nel protagonista che si lascia condurre da Virgilio e da Beatrice, ma desiderio di comprensione. E la sua condizione non è mutata rispetto alla nostra:

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«Nel mezzo del cammin di nostra vita

mi ritrovai per una selva oscura

ché la diritta via era smarrita…

Ma già volgeva il mio disio e ‘l velle

sì come rota ch’egualmente è mossa

l’Amor che move il sole e l’altre stelle».

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Dante nasce quando il periodo di gestazione dell’ordine ecclesiastico è compiuto. San Gregorio VII restaura l’episcopato impedendogli di diventare uno strumento del potere civile. «Il celibato ecclesiastico dà alla figura del sacerdote il nitore che è necessario alla sua santa funzione. Gli ordini cavallereschi e le crociate indicano i primi esempi di vita di perfezione specificamente ed assolutamente laicale. Le grandi famiglie monastiche e clericali costituiscono la trama ed il fondamento permanente della vita di perfezione nella Chiesa» (pp. 55-56). È in questo momento che sorgono le nazioni cristiane: l’ordine civile cristiano si stacca dall’ordine ecclesiastico che l’ha generato e inizia a ricercare il suo cammino autonomo. Il Vangelo «avendo costituito la Chiesa, si accinge a pervadere di sé tutta l’umanità. La società fondata da Gesù Cristo esiste nella sua forma piena […] E la prima nazione ad uscire dal seno della Chiesa è l’Italia» (p. 56).

Immensa responsabilità ha l’Italia, fin dalle origini del Cristianesimo.  L’Italia, che sta rinnegando se stessa e le sue radici, dovrà, un giorno schiantarsi contro i propri tradimenti e i propri rinnegamenti.

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zzzzsmbrgIl secondo libro è di Sant’Ambrogio, De Viduis. Le vedove, con l’introduzione del Cardinale Giacomo Biffi. Una lettura davvero preziosa per ritornare alle fonti della reale differenza delle sessualità.

Scrive Biffi: «Noi siamo oggi in presenza di una cultura dominante persuasa che il sesso sia una specie di realtà assoluta che non sopporta né leggi né finalità; che non ha ragion d’essere oltre il suo stesso esercizio; che spiega tutto il comportamento umano e non riceve illuminazione da niente che esista al di sopra o al di fuori di esso. Ed ecco i risultati: nel rapporto uomo-donna molto si è fatto opaco, arbitrario, senza scopo; il sesso è diventato, dopo la sua “liberazione”, angosciante e alienante come tutto ciò che cade nella palude dell’insignificanza; e il matrimonio finisce con l’essere visto come un residuo di consuetudini arcaiche […] A queste aberrazioni noi dobbiamo opporre la forza salvifica della verità. I discepoli di Gesù – che, anche quando sembravano sconfitti ed emarginati, non smarriscono mai la consolazione di essere radicati nella realtà delle cose e di avere dalla loro parte la potenza e la vittoria di Dio – devono offrire alle follie del mondo i rimedi che provengono dalla sapienza misericordiosa del Signore» (p. VIII).

L’angoscia e la disperazione sono complici del Nemico, che inorridisce di fronte alla Fede, alla Speranza e alla Carità. In questa nostra folle epoca, dove la ragione non è più metro di misura per scegliere e decidere, vengono in pietoso soccorso i Padri della Chiesa per sanare le ferite di coloro che non sanno più a chi aggrapparsi per avere certezze religiose e sicurezze morali. Questo piccolo libro, pertanto, non è soltanto formativo, ma terapeutico.

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Fra le letture sconsigliate segnaliamo dell’Editore EMI (Editrice Missionaria Italiana):

  • La cucina del Risorto. Gesù Cuoco per l’umanità affamata» del teologo Giovanni Cesare Pagazzi (Emi). Un testo dissacrante, che banalizza Nostro Signore fino a farlo diventare un cuoco: quando la follia si erge docenza, ridicolizzando ciò che è divino. Si legge in una recensione di «Vatican Insider-La Stampa» del 23 settembre 2014: «L’autore arriva a chiedersi se quel pesce fosse stato lasciato dal divino cuoco «un po’ crudo, per non perdere il sapore dell’acqua del lago”, oppure “arrostito a puntino, così da arricchirne l’aroma col profumo resinoso della legna arsa”. Gesù viene quindi trattato come un vero gastronomo `ante litteram´. E “se egli ha cucinato – annota il teologo -, ha intuito non solo le proprietà nutrizionali di pane e pesce, ma ne ha pure esaltato le potenzialità di piacere e compiacere”».
  • La chiesa di Don Milani. Profeta del rinnovamento (Missione e chiesa locale) di Filippo D’Elia e Andrea Zambianchi. La Chiesa di Don Milani fu una Chiesa ideologica e demagogica, una Chiesa rivoluzionaria, quella che, cercando di mettere al centro l’uomo, volta le spalle a Dio e destabilizza, incrementando i dissapori fra le varie categorie sociali.
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