Scriptorium
Recensioni – rubrica del sabato di Cristina Siccardi
Dodici digressioni di un italiano Cardinale – di Giacomo Biffi. Storia della debolezza dei cattolici che volendo leggere “i segni dei tempi” caddero nella confusione. Un libro drammaticamente attualissimo
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Che cosa accadde nelle menti di molti cattolici nell’Anno Domini 1974? Era il 1° dicembre del 1970 quando venne introdotto in Italia l’istituto giuridico del divorzio. I cattolici avrebbero potuto ribaltare la situazione con un Referendum abrogativo, invece la richiesta di abrogare la legge distruttiva dell’istituto familiare venne respinta con il 59,1% dei votanti. Fu, quindi, buona parte dei credenti a promuovere e favorire l’ideologia dissacrante e distruttiva della famiglia portata avanti, con grande determinazione, dalle ideologie progressiste e radicali.
«È stato stupefacente», scrive il Cardinale Giacomo Biffi nel breve e incisivo libro dal titolo Dodici digressioni di un italiano Cardinale (Cantagalli), «vedere il gran numero di cattolici dalla testimonianza cristiana generosa e ineccepibile, da me ben conosciuti e stimati, che di punto in bianco erano passati al “campo di Agramante”. Portavano ragioni nobilissime, in particolare quella che non bisognava sottoporre i non credenti a rispettare una visione del matrimonio propria dei credenti. E poi – con la solita capacità di “leggere i segni dei tempi” – dicevano che non era il caso di preoccuparsi perché “tanto i cristiani non avrebbero mai divorziato”: profezia che ognuno vede come si sia avverata» (pp. 31-32). E Biffi ci racconta alcuni interessanti fatti che dimostrano come la Chiesa non sia stata sufficientemente forte da impedire la manovra di taluni “credenti”.
All’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, per esempio, il rettore Giuseppe Lazzati concesse ai combattenti del divorzio uno spazio nell’ateneo per esporre i loro argomenti, mentre lo negò al professor Sergio Cotta che chiedeva, a nome dei promotori del Referendum (a capo dei quali c’era il professor Gabrio Lombardi, presidente dei laureati dell’Azione Cattolica) di spiegare le ragioni per dire “sì” all’abrogazione della legge. Cotta fu imbavagliato e commenta il Cardinale Biffi: «Il rifiuto era “per motivi di ordine pubblico”, si scusava Lazzati. Bella università “cattolica”, veniva da dire, e bell’esempio di coraggiosa militanza ecclesiale» (p. 32).
Altro esempio di “fedele della Chiesa Cattolica” fu Fratel Carlo Carretto, il quale informò Biffi ed altri che aveva trascorso un’intera notte di preghiera per decidere di votare “no” perché bisognava avere compassione per i casi penosi e occorreva amare i fratelli più sfortunati. «Forse riteneva che il Signore della storia e dei cuori non avesse previsti questi casi quando ha proclamato che ogni matrimonio è indissolubile. Ma il parere di Gesù Cristo in tutta questa discussione era il solo a non venir mai citato» (p. 32).
Il Maestro, Gesù Cristo, ha parlato e nessuno, da Giuseppe Lazzati a Fratel Carretto, e in questi infuocati giorni di preparazione al Sinodo sulla famiglia, noi aggiungiamo il Cardinale Kasper, nessuno può mutare il Suo insegnamento. «Perciò chi ha lo spirito di fede (e cioè si abitua a guardare tutto con gli occhi di Cristo), non può avere altro parere su questa questione che quello del suo Signore, e si guarderà bene dal contrastare in qualche modo la volontà e gli ideali propri dell’unico vero Maestro» (p. 33).
Il piccolo e saggio libro presenta variegati temi, distanti fra di loro, anche a livello cronologico, proposti con vivacità, dove il buon senso è l’arbitro della situazione. Si parla della lungimiranza di Pio IX, della sfida della castità, dell’ideologia della omosessualità, del connubio fra ragione e fede, dell’importanza della devozione mariana. Maria Santissima, nei momenti di confusione è la stella polare che indica la via. Dice Isaia «Guai a coloro che chiamano bene il male e il male bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro» (Is 5,20). Oggi tutto questo accade e, dunque, chi ci salverà da questo «inestricabile guazzabuglio e da questo smarrimento mortale?» (p. 68). Quando tutto è rimescolato, quando si moltiplicano le insidie alle certezze della fede, ogni fiducia e sicurezza, afferma il Cardinale Biffi, va riposta nell’amore filiale della Madre di Gesù, che è anche Madre nostra, e nella sua protezione materna.
Un capitolo è dedicato anche al Concilio Vaticano II e al postconcilio. L’autore osserva unicamente gli aspetti negativi delle scelte pastorali postconciliari, senza considerare i tumulti di pensiero che avvennero fra i Padri dell’Assise e la problematicità dei testi che furono emanati.
Infine ricordiamo le pagine che il Cardinale Biffi dedica al beato John Henry Newman, il quale diceva: «Pensavo che la vita potesse essere un sogno, oppure io essere un angelo, e tutto questo mondo un inganno, dove i miei compagni angelici, per un giocoso stratagemma, mi si nascondevano e mi illudevano con l’apparenza del mondo materiale» (pp. 17-18). Ebbene, fu proprio la lettura di Newman a persuadere Biffi che non è l’esistenza di Dio a fare difficoltà alla ragione, ma piuttosto il mondo concreto in cui siamo capitati.
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Dodici digressioni di un italiano Cardinale – di Giacomo Biffi – ed. Cantagalli (pag. 120, € 10,00) – per acquisti on line inviare una mail a info@riscossacristiana.it . Per le modalità di pagamento, clicca qui