Chi sono i responsabili della “catastrofe educativa”?

 

Il prefetto della Congregazione per l’Educazione cattolica, il cardinale Giuseppe Versaldi, per presentare il suo dicastero su Vatican News (https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2021-11/congregazione-educazione-cattolica-versaldi-progetto-missione.html), ha parlato, riprendendo la formula di alcune agenzie internazionali e di papa Francesco, di «catastrofe educativa». Ma che cosa intende con questa espressione? Visto che si esprime un cardinale, si pensa immediatamente al disagio, alla sofferenza, alla disperazione di molti giovani, che si trovano a vivere in un Occidente che ha perso i valori autentici dell’esistenza, i principi naturali e quelli divini, la certezza di avere come riferimento padri che facciano i padri e madri che facciano le madri cristianamente, dedicando loro le attenzioni e il tempo necessari per amarli e formarli alla vita, nonché educatori che offrano un piano educativo cattolico reale e non un “copia e incolla” delle ideologie globaliste, relativiste e femministe dei nostri giorni.

È del 16 gennaio la notizia dell’Agi che riporta il raddoppio dei ricoveri psichiatrici degli under 14. Dal 2011 si è assistito ad una crescita della curva, con un costante +7% annuale; tale incremento di casi si affianca ad un peggioramento di sintomatologie più forti e la pandemia non ha fatto che peggiorare la situazione. Lino Nobili, primario di neuropsichiatria infantile dell’Ospedale pediatrico Gaslini di Genova, ha spiegato che «c’è solitudine, assenza di prospettiva e senso di vuoto in questi ragazzini e non dipende solo dal contesto sociale perché abbiamo visto ragazzi provenire sia dalla periferia, specialmente Pontedecimo e Bolzaneto, sia da ambienti più elevati» (https://www.agi.it/salute/news/2022-01-16/allarme-gaslini-under-14-pensano-suicidio-15254813/). Ansia, depressione, autolesionismo, ideazione suicidaria sono la compagnia quotidiana di sempre più bambini e giovani. Lo psichiatra di Genova sostiene che sarebbero necessarie delle risorse per fare prevenzione ed evitare che si arrivi all’accesso al pronto soccorso, «investendo sui territori, sulla scuola, sullo sport, intercettando il disagio di questi ragazzi ovunque» prima che questo disagio esploda… Dunque è sempre e solo una questione di soldi? No davvero. Occorre un’autocritica seria e intellettualmente onesta per tornare sui propri passi. Ma ciò significherebbe recuperare una concezione cattolica della vita, quella che ha permesso per secoli e secoli l’«Educazione» nella sua accezione più nobile e piena, dove l’arte della maieutica era un’eccellenza all’interno della pedagogia europea, grazie a maestri e docenti di alta caratura e responsabili della serietà dell’esistenza di ciascuno, esistenza che non si esaurisce in questo mondo.

Tuttavia, per «catastrofe educativa» il cardinale Versaldi intende circa dieci milioni di bambini che, in tempo di pandemia, sono stati costretti a lasciare la scuola, i quali, come sostiene il prefetto «si aggiungono ai 250 milioni di bambini in età scolare che sono esclusi da ogni attività formativa. Sono state attivate in modo rapido piattaforme educative informatiche per far fronte a tale emergenza, ma la marcata disparità tecnologica, insieme ad altre carenze, ha reso ancora più marcato il divario educativo ovunque».

Così, invece di ristabilire ordine nel pensiero pedagogico per offrire a tante famiglie stabilità e certezze formative per i propri figli, la Congregazione per l’Educazione “Cattolica” suggerisce due indicazioni globaliste e che andranno a schiantarsi con la realtà: da una parte, far fronte «al più presto all’emergenza con gli strumenti tecnologici e con un aggiornamento dei docenti per un immediato sforzo di accompagnamento didattico per sanare le nuove marginalità venutesi a creare. Dall’altra occorre compiere uno sforzo per elaborare un nuovo modello culturale per imprimere una svolta al modello di sviluppo attuale e adottare dei paradigmi pedagogici in grado di tutelare la dignità delle persone, promuovere adeguati processi di socializzazione nella prospettiva della fraternità universale, ed incentivare l’approccio transdisciplinare del sapere per formare le nuove generazioni quali protagonisti del bene comune».

Nuovo modello culturale? Di “nuovo” c’è fin troppo e occorre, invece, umilmente, cancellare tanti e grossolani errori educativi iniziatiti con la rivoluzione sessantottina e proseguiti lungo i decenni.

Adottare dei paradigmi pedagogici in grado di tutelare la dignità delle persone? Chi più della Chiesa, come membra di Cristo, è maggiormente esperto e ha maggior voce in capitolo in questo campo? È proprio la Chiesa che ha iniziato per prima ad aprire ospedali ed istruire, anche i più poveri (si pensi alle scuole parrocchiali del Medioevo), con risultati lungo il tempo di travolgente successo?

Promuovere adeguati processi di socializzazione nella prospettiva della fraternità universale significa allontanarsi dal senso di fraternità in Gesù Cristo, unico Soggetto in grado di unire, amalgamare, sintonizzare gli spiriti e le volontà fra di loro. Quando ciò è avvenuto, nel corso della Storia della Chiesa, si è toccato con mano la potenza soprannaturale e terrena dell’evangelizzazione attraverso la Fede e la ragione, vie privilegiate per il progresso delle anime, delle società, delle nazioni.

«Incentivare l’approccio transdisciplinare del sapere per formare le nuove generazioni quali protagonisti del bene comune» è un’espressione mutuata dai piani educativi dell’Unione Europea, istituzione che propaganda in maniera evidente e con determinazione la scristianizzazione e l’ateizzazione di massa. Aderire a queste linee guida significa – come ha fatto papa Francesco nell’ottobre del 2020, rilanciando il «patto globale» rivolto a tutti i soggetti formativi della società per il futuro delle nuove generazioni e proposto con l’adesione al Global Compact on Education – proiettarsi verso un utopico, tronfio e fallimentare cambiamento planetario, fondato, come affermano il Pontefice e la Congregazione per l’Educazione, su una formazione creatrice di fraternità, pace e giustizia.

Il Global Compact è l’invito lanciato da Papa Francesco il 12 settembre 2019 per un’alleanza fra tutti coloro che operano nel campo dell’educazione, al fine di educare le nuove generazioni alla Fratellanza Universale e all’alleanza tra l’umanità e il creato. L’intento è laico e la sua missione non è porre Cristo al centro, bensì «la persona al centro di ogni processo educativo; inoltre investire le energie migliori per un’educazione di qualità per tutti; educare per mettersi al servizio delle comunità» e non dell’unico Salvatore dell’umanità.

I valori proposti sono «conosci te stesso», «il tuo fratello», «il creato» e «il Trascendente per educare al grande mistero della vita». Precisando un generico Trascendente significa inserire il discorso pedagogico in un contesto interreligioso, dove Santa Madre Chiesa non detiene l’unica Verità rivelata. Quattro sono gli impegni: 1) Mettere al centro la persona. 2) Ascoltare le giovani generazioni. 3) Promuovere la donna. 4) Responsabilizzare la famiglia 5). Aprire all’accoglienza. 6) Rinnovare l’economia e la politica. 7) Custodire la casa comune.

Una viva percezione di paganesimo segna questo piano formativo finanziato dalla Santa Sede, dove troviamo di tutto e il contrario di tutto e dove l’obiettivo finale è «la fratellanza universale per la costruzione di una nuova civiltà, un nuovo umanesimo». Un nuovo umanesimo nemico della Tradizione della Chiesa e che sparge benzina sull’incendio della «catastrofe educativa», incanalando questa nuova ideologia nelle scuole cattoliche del mondo, circa 217 mila, con oltre 60 milioni di studenti; mentre le Università cattoliche sono 1.360 e le Università e Facoltà ecclesiastiche 487.

In occasione del Giubileo del 2025 ci sarà una raccolta da parte della Congregazione pontificia presieduta dal card. Versaldi di quanto avrà prodotto il Global Compact on Education in questi anni, ma i presupposti sono già negativi, a causa della radice acattolica che lo muove. Se la Chiesa di Roma non recupera il suo ruolo di eccellenza nell’essere Maestra di vita e di Salvezza la sua agonia sarà inesorabile, lasciando campo libero ai detentori delle teorie che guastano sempre più le già vessate e martoriate nuove generazioni.

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