Come morì la principessa Mafalda

Gentile Caputo,
leggo spesso della Principessa Mafalda come di internata dai tedeschi e deceduta a Buchenwald. Al che ritengo che la stragrande maggioranza dei lettori la immagini morta di stenti con indosso la casacca a strisce. Solo per rispetto della Storia e della verità, vorrei aggiungere che la Principessa fu si, colpevolmente internata, ma in una baracca ai margini del campo con una dama di compagnia, usufruiva del vitto degli Ufficiali tedeschi, e che, soprattutto, mori a causa delle ferite riportate durante un bombardamento degli Alleati il 28 agosto 1944. Insomma, furono le bombe anglo americane ad ucciderla, non i tedeschi.

Roberto Inaudi

La sua lettera, signor Inaudi, è soltanto un delle tante che ci sono pervenute su questo argomento, dando vita a una discussione un po’ surreale: Mafalda di Savoia morì nell’agosto del 1944 nel campo di concentramento di Buchenwald vittima dei suoi persecutori tedeschi o di un bombardamento alleato? Paradossalmente, entrambe le tesi sono vere, come emerge dalla bellissima biografia che le ha dedicato una ventina d’anni fa Cristina Siccardi. Al momento dell’incursione, la principessa era detenuta con alcuni altri Vip in una sezione appartata del campo, godeva effettivamente di un trattamento un po’ migliore degli altri prigionieri e sarebbe forse sopravvissuta alla guerra se la sua baracca non fosse stata colpita da una bomba, non si sa se inglese o americana. Soccorsa colpevolmente in ritardo, ricoverata nella primitiva infermeria del bordello annesso al campo, fu abbandonata a se stessa fino a quando una cancrena al braccio ferito non indusse i suoi carcerieri a operarla. Sul merito di questo intervento gira in fondo tutta la controversia: secondo le conclusioni quasi unanimi degli studiosi che si sono occupati della vicenda, l’operazione fu sì effettuata secondo le regole, ma durò un tempo interminabile, secondo una tecnica usata già in altre occasioni dai tedeschi quando volevano fare morire una persona senza propriamente assassinarla. Naturalmente neppure Mafalda, già dissanguata dalla lunga attesa, le sopravvisse. In conclusione, si può dire che la responsabilità della sua tragica fine ricade sia sugli alleati, sia sui tedeschi, ma con una differenza fondamentale: che gli angloamericani non bombardarono certamente Buchenwald per ucciderla anzi non sapevano neppure che si trovasse lì – e perciò sono colpevoli al massimo di omicidio colposo; i tedeschi, invece, approfittarono della circostanza per eliminare una prigioniera che, per il suo lignaggio (oltre a essere figlia del re d’Italia era anche moglie di un principe tedesco) era decisamente scomoda. Ai sostenitori dell’una e dell’altra tesi vorrei comunque assicurare che Mafalda si comportò fino alla fine con grande coraggio, facendo onore al suo Paese e al suo casato.

Livio Caputo

Fonte: il Giornale, 8 maggio 2018
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