Il Papa di Lepanto

San Pio V è noto come il Papa di Lepanto. Preoccupato dalle mire espansionistiche dei turchi, istituì la Lega Santa. Che vinse. Il trionfo venne comunicato “in tempo reale” al Vicario di Cristo con una visione: angeli in coro intorno al trono della Beata Vergine, che teneva in braccio il Bambino Gesù e in mano la Corona del Rosario. Dopo l’evento prodigioso – era mezzogiorno – il Papa diede ordine che tutte le campane di Roma suonassero a festa e da quel giorno viene recitato l’Angelus proprio a quell’ora.

San Pio Vè stato il Pontefice della Controriforma, della battaglia di Lepanto, del Catechismo romano, del Breviario romano riformato e del Messale romano. Il suo pontificato ha lasciato un segno indelebile non solo nella Storia della Chiesa, ma anche nella Storia dell’Europa, visto che, attraverso la vittoria cristiana di Lepanto sugli islamici, ha impedito che il continente venisse invaso dalla religione musulmana.

Antonio Ghislieri, nato a Bosco Marengo, in provincia di Alessandria, il 27 gennaio 1504 e morto a Roma il 1º maggio 1572, venne inaspettatamente eletto Sommo Pontefice il 7 gennaio 1566 grazie ad un accordo stabilito fra i Cardinali Carlo Borromeo (1538-1584) e Alessandro Farnese (1520-1589). La sua elezione fece tremare la Curia romana e non solo. Serietà e inflessibilità iniziarono immediatamente: niente festeggiamenti e sontuosi banchetti per solennizzare l’elezione pontificia.Le sue decisioni furono di fondamentale importanza nel rafforzamento degli strumenti della Controriforma per combattere l’eresia e il Protestantesimo.

 Fu lui, l’11 aprile 1567, a dare il titolo di Dottore della Chiesa a san Tommaso d’Aquino (1225-1274). Nel 1568 lo stesso titolo fu concesso anche a quattro Padri della Chiesa d’Oriente: sant’Atanasio (295 ca.- 373), san Basilio Magno (329-379), san Giovanni Crisostomo (344/354-407) e san Gregorio Nazianzeno (329 – 390 ca.). Da questi suoi atti si evince la sua ferma volontà di custodire in sommo grado l’integrità della Fede e di difendere la Chiesa dagli avversari e dalle eresie, ben sapendo che il consenso nei suoi confronti avrebbe ricevuto duri colpi, così come sarebbero cresciuti i nemici.

 Fu coraggioso difensore dei diritti giurisdizionali della Chiesa e per questo si scontrò con Filippo II di Spagna (1527-1598). Durante le guerre di religione in Francia, sostenne i cattolici contro gli Ugonotti, mentre in Inghilterra appoggiò la cattolica Maria Stuarda (1542-1587) contro l’anglicana Elisabetta I (1533-1603), che scomunicò nel 1570 con la bolla Regnans in Excelsis.

Come già per Poitiers (ottobre 732) e come sarà per Vienna (settembre 1683), la battaglia di Lepanto fu fondamentale per arrestare l’avanzata dei musulmani in Europa. E tutte e tre le vittorie vennero imputate, oltre al valore dei combattenti, anche e soprattutto all’intervento divino.

Pio V non ebbe paura della violenza musulmana e non tergiversò. Preoccupato delle mire geopolitiche dei turchi, promosse la «Lega Santa»,che riuniva le forze navali della Repubblica di Venezia, dell’Impero spagnolo (con il Regno di Napoli e di Sicilia), dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana e del Ducato di Urbino, federate sotto le insegne pontificie. Dell’alleanza cristiana faceva parte anche la Repubblica di Lucca, che pur non avendo navi coinvolte nello scontro, concorse con denaro e materiali all’armamento della flotta genovese.

Prima della partenza della Lega Santa per gli scenari di guerra, il Papa benedisse lo stendardo della flotta (in seguito donato alla chiesa di Maria Vergine a Gaeta, dove è tuttora custodito), raffigurante, su fondo rosso, il Crocifisso posto fra gli apostoli San Pietro e San Paolo e sormontato dal motto costantiniano In hoc signovinces,e lo consegnò al Duca Marcantonio Colonna di Paliano. Tale simbolo, insieme con l’immagine della Madonna e la scritta S. Maria succurremiseris, issato sulla nave ammiraglia Real, comandata dal Principe Don Giovanni d’Austria,sarà l’unico a sventolare in tutto lo schieramento cristiano quando, alle grida di guerra e ai primi attacchi turchi, i militi si uniranno in una preghiera accorata. Mentre si moriva per Cristo, per la Chiesa e per la Patria, si recitava il Santo Rosario: i prigionieri remavano ritmando il tempo con le decine dei misteri.

Comandante generale della flotta cristiana era Don Giovanni d’Austria di 24 anni, figlio illegittimo del defunto Imperatore Carlo V e fratellastro del regnante Filippo II. Al fianco della sua nave Real erano schierate: la Capitana di Sebastiano Venier, capitano generale veneziano; la Capitana di Sua Santità di Marcantonio Colonna, ammiraglio pontificio; la Capitana di Ettore Spinola, capitano generale genovese; la Capitana di Andrea Provana di Leinì, capitano generale subalpino e l’ammiraglia Vittoria del priore Piero Giustiniani, capitano generale dei Cavalieri di Malta. In totale, la Lega schierò una flotta di 6 galeazze e circa 204 galere. A bordo erano imbarcati non meno di 36.000 combattenti, tra soldati, venturieri e marinai.A questi si aggiungevano circa 30.000 galeotti rematori. Comandante supremo dello schieramento ottomano era, invece,Müezzinzade Alì Pascià. La flotta turca, munita di minore artiglieria rispetto a quella cristiana, possedeva 170-180 galere e 20 o 30 galeotte, cui si aggiungeva un imprecisato numero di fuste e brigantini corsari. La forza combattente, comprensiva di giannizzeri, ammontava a circa 20-25.000 uomini. L’ammiraglio, considerato il migliore comandante ottomano, Uluč Alì, era un apostata di origini calabresi, convertitosi all’Islam. Alì Pascià, che troverà la morte nelle acque di Lepanto, si trovava a bordo dell’ammiraglia Sultana, sulla quale sventolava un vessillo verde, dove era stato scritto, a caratteri d’oro, 28.900 volte il nome di Allah.

Le forze navali della Lega si scontrarono, il 7 ottobre 1571, con la flotta ottomana nel mare al largo di Lepanto, nella Grecia Occidentale,mentre era in corso la guerra di Cipro,riportando una memorabile vittoria, che si verificò grazie, soprattutto, alla crociata di Rosari che erano stati recitati per ottenere l’aiuto divino.Il trionfo venne comunicato “in tempo reale” al Vicario di Cristo, che ebbe una visione: Angeli in coro intorno al trono della Beata Vergine, che teneva in braccio il Bambino Gesù e in mano la Corona del Rosario. Dopo l’evento prodigioso – era mezzogiorno – il Papa diede ordine che tutte le campane di Roma suonassero a festa e da quel giorno viene recitato l’Angelusproprio a quell’ora. L’annuncio della vittoria giunse a Roma ventitré giorni dopo, portato dai messaggeri del Principe Colonna. Il 7 ottobre del 1572 venne celebrato il primo anniversario della vittoria di Lepanto con l’istituzione della «Festa di Santa Maria della Vittoria», successivamente denominata, sotto il pontificato di Gregorio XIII, «Festa di Nostra Signora del Rosario».

Da allora in poi si utilizzò ufficialmente il titolo di Auxilium Christianorum, titolo che non sembra doversi attribuire direttamente a Pio V, ma ai reduci vittoriosi, che ritornando dalla guerra passarono per Loreto a ringraziare la Madonna.I forzati che erano stati messi ai banchi dei remi furono liberati: sbarcarono a Porto Recanati e salirono in processione alla Santa Casa, dove offrirono le loro catene alla Madonna e con esse saranno costruite le cancellate poste agli altari delle cappelle della chiesa.

Cristina Siccardi

Fonte: Radici Cristiane, dicembre 2018

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