San Pio X e il cardinale Bartolucci, due pastori con la bacchetta del maestro

bartolucci

A cento anni giusti dal “dies natalis” del santo papa Pio X, l’Associazione Italiana Santa Cecilia riunisce domenica 9 novembre a Mantova da tutta Italia 1600 cantori di più di 60 cori di Chiesa.

Questo perché la musica sacra ha avuto proprio in quel papa il suo ultimo grande riformatore. Senza Pio X non vi sarebbero stati nella prima metà del Novecento né la rinascita del canto gregoriano nei monasteri e in tante parrocchie, né il ritorno in auge della grande polifonia liturgica, né l’eroica tenuta di entrambi questi capisaldi nella successiva fase di generalizzato decadimento musicale pseudomodernizzante.

Già da parroco, poi come vescovo di Mantova e patriarca di Venezia, e infine come papa, Giuseppe Sarto non solo aveva una innata sensibilità musicale, ma seppe cogliere quanto di valido stava maturando nel campo della musica sacra a cavallo tra Ottocento e Novecento, e seppe tradurlo in decisioni operative di insuperata efficacia.

Ancora oggi, per avere un orientamento in questo campo, non resta che riandare al motu proprio “Tra le sollecitudini” da lui promulgato il 22 novembre 1903, appena un paio di mesi dopo la sua elezione a papa.

Furono due i grandi protagonisti di quella rinascita musicale sui quali Pio X fece affidamento: il maestro Lorenzo Perosi, direttore del coro della basilica veneziana di San Marco e poi a Roma della Cappella Sistina, uno dei più grandi compositori di musica sacra del Novecento, e il musicologo gesuita Angelo De Santi, leader del movimento ceciliano e redattore effettivo del motu proprio del 1903, oltre che importante scrittore de “La Civiltà Cattolica”, felice smentita del “non rubricant nec cantant” tipico dei seguaci di sant’Ignazio.

Per ripercorrere l’avventura musicale di Giuseppe Sarto è di grande interesse la ricostruzione che ne fa Franco Baggiani nel “Bollettino Ceciliano”:

> Le radici ceciliane di san Pio X e la riforma della musica sacra

Ma questa è anche l’occasione per rileggere nel suo insieme la figura di questo papa, nelle due documentate e avvincenti biografie uscite in questi mesi in Italia ad opera di due valenti studiosi:

Gianpaolo Romanato, “Pio X. Alle origini del cattolicesimo contemporaneo”, Lindau, Torino, 2014.

Cristina Siccardi, “San Pio X. Vita del papa che ha ordinato e riformato a Chiesa”, prefazione del cardinale Raymond L. Burke, San Paolo, Cinisello Balsamo, 2014.

Tra Pio X e il papa attuale vi sono somiglianze impressionanti di personalità e di stile. Ma non meno forti sono anche le differenze:

> Ecco un papa grande riformatore. Ma non si chiama Francesco

Una distanza fortissima tra i due riguarda sicuramente la musica sacra.

Ad esempio, come Pio X apprezzò grandemente l’oratorio “La Resurrezione di Cristo” di Lorenzo Perosi, che rivelò a molti nel 1898 il genio di questo compositore, così sicuramente gioirebbe oggi all’ascolto dell’oratorio “La Natività” di Domenico Bartolucci, che sarà eseguito per la prima volta il prossimo 16 novembre, a un anno di distanza dalla morte di questo gigante della musica sacra e liturgica novecentesca, fatto cardinale da Benedetto XVI.

Il concerto in onore di Domenico Bartolucci è in programma domenica 16 novembre alle ore 18 a Roma, nell’Auditorium di Via della Conciliazione, con ingresso libero.

A dirigere l’oratorio per soli, coro e orchestra “La Natività” sarà il maestro Michele Manganelli, direttore della cappella musicale del duomo di Firenze nonché coordinatore delle Scholae Cantorum che si riuniscono il 9 novembre a Mantova.

Fonte: Settimo Cielo

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