San Pio X nel centenario della morte

Ricordato alla Consolata di Torino con la presentazione di due nuove pubblicazioni della Editrice San Paolo

 

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Il 22 ottobre, presso il Santuario della Consolata (Sala Rettori), alle 17.30 si è ricordato San Pio X presentando due nuove pubblicazioni della Editrice San Paolo: San Pio X. Il Papa che ha ordinato e riformato la Chiesa, con la prefazione del Cardinale Raymond Leo Burke, di Cristina Siccardi, e L’intramontabile Catechismo Maggiore di San Pio X, curato da Natale Benazzi. Moderatore dell’incontro è stato Domenico Agasso jr. A seguire, alle 19.00, la celebrazione della S. Messa.

Ricorrono quest’anno i 100 anni dalla morte di San Pio X. Inoltre, una conferenza vincenziana che a Torino gli è dedicata, nata per l’assistenza ai monasteri femminili di clausura, ricorda anch’essa un importante traguardo: 60 anni di fondazione.

Pio X fu il primo papa dell’era contemporanea a provenire dal ceto popolare. Nacque a Riese (Treviso) nel 1835, secondo di dieci figli di un messo comunale, e fin da piccolo sopportò non pochi sacrifici per poter studiare. Orfano di padre a diciassette anni, la madre, con il lavoro di sarta, fece in modo che il figlio proseguisse gli studi, mentre decisivo fu l’aiuto di alcuni sacerdoti. Giuseppe Sarto, a soli ventitré anni, ricevette l’ordinazione. Fu parroco fino a quarant’anni, poi canonico della Cattedrale di Treviso, cancelliere vescovile e direttore spirituale del seminario. Nel 1884 fu eletto Vescovo di Mantova, il 15 giugno 1893 Leone XIII lo nominò Cardinale Patriarca di Venezia.

A sessantotto anni fu eletto Pontefice, era il 3 agosto 1903. Il suo motto Instaurare omnia in Cristo manifestava il proposito di riaffermare i diritti della Chiesa, pesantemente messi in discussione da un sempre maggiore liberalismo (condannato nella famosa enciclica Pascendi Dominici Gregis del 1907) e materialismo antireligioso. Riformò la curia romana, fece redigere un nuovo Codice di Diritto Canonico, diede nuova linfa alla liturgia (inserendo il Gregoriano), istituì l’obbligo del catechismo ai bambini e anche verso gli adulti: il Catechismo di San Pio X è opera tuttora valida e apprezzata, come ebbe a dire Benedetto XVI: «Si trattava di un testo frutto dell’esperienza catechistica personale di Giuseppe Sarto e che aveva le caratteristiche di semplicità di esposizione e di profondità di contenuti. Anche per questo il Catechismo di san Pio X potrà avere anche in futuro degli amici».

Morì, quasi ottantenne, nella notte tra il 20 e il 21 agosto 1914, alla vigilia dell’immane catastrofe della Prima Guerra Mondiale.

Nel secondo dopoguerra, iniziò invece la sua attività l’Opera San Pio X, il 9 giugno 1954, pochi giorni dopo la canonizzazione di Papa Sarto (29 maggio 1954). Il Consiglio Particolare di Torino della Società di San Vincenzo de’ Paoli, fondandola, rispondeva ad un desiderio del Cardinale Maurilio Fossati, preoccupato dalla grave situazione di povertà materiale in cui si viveva in alcuni monasteri di clausura. Dopo una severa inchiesta, basandosi sulle informazioni pervenute dal segretario religioso della Curia, i primi volontari rivolsero le loro attenzioni ai monasteri della diocesi.

Nel 1987 uscì il primo numero del bollettino quadrimestrale Dal Silenzio con il quale si raggiunsero i circa 570 monasteri d’Italia e alcuni anche esteri (Bosnia, Croazia, Polonia, Romania, Gerusalemme, Ghana, Filippine), insieme a numerosi “amici della clausura”. Attraverso la corrispondenza continua ancor oggi il dialogo con le religiose, alle quali sono inviati piccoli aiuti economici, ad esempio per la ristrutturazione e il riscaldamento dei locali che spesso sono grandi e antichi.

Milo Julini

Fonte: Civico20 News

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