San Pio X? Non solo "antimodernista”, ma grande riformatore

E’ la chiave di lettura della biografia realizzata da Cristina Siccardi e pubblicata da San Paolo

Una bella e corposa biografia di Cristina Siccardi (San Pio X, San Paolo, € 25.00, 434 pagine) cerca di rendere giustizia alla figura complessa e dall’attività multiforme, di papa Sarto, di cui proprio quest’anno si ricordano i cento anni dalla scomparsa. La storiografia lo ha spesso relegato a un’immagine stereotipa, e certamente non lusinghiera. Un pontefice che non proveniva dall’esperienza diplomatica, pastore certamente ma non intellettuale, intransigente sulla dottrina, e certamente non contrassegnato da ricerca e esperienze culturali profonde.

Il libro della Siccardi, che è arricchito da una interessante prefazione del card. Raymond Leo Burke, fino a poco tempo fa Prefetto della Segnatura Apostolica, ha come scopo quello di riportare alle sue reali dimensioni e caratteristiche la figura e l’attività di questo papa, scomparso alla vigilia di una delle più grandi catastrofi che abbiano colpito l’Europa e il mondo nel secolo che di catastrofi certo non è stato avaro. Ma basta ricordare con un colpo d’occhio quanto il 257° pontefice ha realizzato negli undici anni di regno (1903-1914) per capire che lo stereotipo assegnatogli con troppa frequenza non regge a una verifica.

Oltre alla Riforma della Curia Romana (eh sì, è un tormentone costante dei papi…) si può ricordare la fondazione dell’Istituto Biblico, la creazione dei Seminari centrali, in un periodo in cui le vocazioni erano ancora fiorenti, una legislazione sui sacerdoti, regole per la prima e per la frequente comunione, un nuovo slancio impresso alla musica sacra, la battaglia contro gli errori modernisti; e da un punto di vista diplomatico e politico l’azione compiuta per la difesa della libertà della Chiesa in diversi Paesi, quali Francia, Portogallo, Germania e Russia. Da ricordare che l’ultima riforma della Curia Romana – prima della sua – era stata compiuta nel 1588. E fra le sue opere più importanti non si può dimenticare il Codice di Diritto canonico, restato in vigore sino alla riforma compiuta negli anni ’80 del secolo scorso.

Molte di queste opere papa Sarto le ha compiute “in solitario”; sia di sua propria iniziativa, sia spesso incontrando opposizioni e incomprensioni. Scrive la Siccardi: «San Pio X non cercò il consenso della Curia Romana, dei sacerdoti, dei vescovi, dei cardinali e dei fedeli, e soprattutto non cerò il consenso del mondo, ma sempre e solo il consenso di Dio, anche a danno della propria immagine pubblica, e così facendo, è indubbio, si fece molti nemici in vita e ancora più in morte». E persino sul letto di morte non dimentica la sua grande preoccupazione, la pace: pochi giorni prima della fine scrive, già malato, la sua “Esortazione ai cattolici di tutto il mondo” per implorare che cessi subito la guerra europea, appena iniziata, e che sfocerà nell’inutile massacro denunciato dal suo successore.

Marco Tosatti

Fonte: Vatican Insider

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