Scriptorium – Recensioni – rubrica del sabato

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Recensioni  –  rubrica del sabato di Cristina Siccardi

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Sillabo. Ovvero, sommario dei principali errori dell’età nostra. Un’arma preziosa per difendersi dai falsi profeti e combattere gli errori, affinché l’unica Verità di Cristo torni ad illuminare la Via Maestra.

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zzsillaboOggi titoli e contenuti di libri “religiosi” si fanno sempre più tragicamente profani, esperienziali, emozionali, dove tutto è basato su un infantile soggettivismo ed egocentrismo, dove l’IO usurpa in maniera esponenziale lo spazio delle pagine e dove Dio viene utilizzato per il comodo di una cultura imperante, abbassando il Signore ad un livello antropomorfo; tutto ciò rivela un pensiero immaturo, irresponsabile, irragionevole e pagano. Siamo di fronte ad un’immaturità talvolta esasperata, che elimina ogni aura di spiritualità, di sacralità, di tensione verso la perfezione; eppure a questo ogni persona battezzata è chiamata: «Siate perfetti com’è perfetto il Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5, 48), che nella traslitterazione contemporanea suona invece e in pratica così: «Dio sia imperfetto, com’è imperfetto l’uomo sulla terra».

Ecco che nelle librerie reali e virtuali ci imbattiamo in titoli non solo ad effetto, ma dal sapore blasfemo. Due esempi, tanto per intenderci: Padre Nostro che sei all’Inferno di Paolo Squizzato e Gesù impara di Paolo Curtaz: per entrambi gli autori, uno sacerdote e l’altro che ha abbandonato il ministero sacerdotale, l’obiettivo è quello di sovvertire e rivoluzionare la dottrina cattolica; in essi il principio dogmatico è scalzato via dall’esperienza personale, dal vissuto del singolo individuo, che desidera esternare i suoi bisogni, che spesso e volentieri sono più istintuali che spirituali.

Tutti quanti, oggi, possono esternare le proprie idee soggettive (pseudo-cattoliche), spacciandole per verità oggettive (pensiamo all’ecumenico “monaco” Enzo Bianchi) e la Chiesa ufficiale, dimentica della santa prudenza e del suo compito di tutela del gregge sprovveduto e indifeso, non mette più in guardia di fronte a letture guaste ed erronee; intanto il timor di Dio è sparito dalla scena del credente… credente in cosa?

«Le leggi dei costumi non abbisognano di sanzione divina, e nemmeno bisogna che le leggi umane si conformino al diritto di natura, e ricevano da Dio la forza obbligatoria». Inoltre:

«La scienza delle materie filosofiche, e dei costumi, del pari che le leggi civili, possono e debbono declinare dalla divina ed ecclesiastica autorità». Pertanto «Devesi proclamare ed osservare il principio denominato del nonintervento», di conseguenza «È lecito negare obbedienza ai legittimi Principi, anzi ribellarsi a loro»; «Infatti è falso che la civile libertà di qualsiasi culto o la piena potestà a tutti indistintamente concessa di manifestare in pubblico e apertamente qualunque pensiero ed opinione influisca più facilmente a corrompere i costumi e gli animi dei popoli e a propagare la peste dell’indifferentismo», fino ad arrivare a dire «Il Romano Pontefice può e deve col progresso, col liberalismo e con la moderna civiltà venire a patti e conciliazione».

Tutte queste affermazioni, registrate e condannate nel Sillabo del Beato Pio IX, sono oggi vissute e diffuse continuamente, esse sono divenute normalità, ma l’abitudine a tali proposizioni non le rende e non le renderà mai vere. Purtroppo, però, continuano ad avvelenare le anime e le società, che erano cristiane.

Rileggere il Sillabo aiuta a capire che i nemici della Chiesa hanno ottenuto i loro risultati. Lo propone Cantagalli nella collana «I Classici Cristiani», Sillabo ovvero sommario dei principali errori dell’età nostra, in latino e con testo in italiano a fronte, a cura di Gianni Vannoni.

Nel maggio del 1852 il Cardinale Fornari scriveva a Louis Veuillot, redattore capo dell’Univers e portavoce del laicato contro-rivoluzionario francese, una lettera in cui gli comunicava che Pio IX aveva ordinato di «intraprendere degli studi sullo stato intellettuale della società moderna riguardo gli errori più generalmente diffusi relativamente al Domma [Dogma] e ai sui punti di contatto colle scienze morali, politiche e sociali». Alla lettera il Cardinale univa una traccia di 28 punti, recante il nome Syllabus. Altre personalità vennero interpellate, sia ecclesiastiche, come Monsignor Pie, sia laiche, come Donoso Cortés e una commissione di teologi, presieduta dallo stesso Fornari, per preparare una Bolla dogmatica, che doveva definire l’Immacolata Concezione di Maria Santissima ed insieme condannare gli errori del secolo. Tuttavia l’idea di abbinare le due cose tramonta.

Il Sillabo ha una gestazione lunga e sofferta. Nel 1854 viene promulgata la Bolla Ineffabilis Deus, che definisce il dogma dell’Immacolata Concezione. Ma accanto al definimus non c’è il damnamus. Per quale ragione era caduta la primitiva idea? Erano uscite delle indiscrezioni e ciò fece perdere di forza il progetto.

Dal 1854 al 1863 i teologi romani lavorano su elenchi di errori «che però debbono servire come base per la elaborazione di una condanna organica, e di una altrettanto organica dichiarazione di principi. È sempre valido i programma della primitiva commissione Fornari. […] La volontà di fulminare gli errori, dunque, non si affievolisce, anzi si consolida e si precisa» (p. 25). Nel 1862 una nuova indiscrezione, ancora più plateale e clamorosa, fa rientrare ancora una volta il progetto iniziale. Infatti in ottobre, un giornale liberale, Il Mediatore di Torino, diretto da Carlo Passaglia, un ex-gesuita che era stato molto influente a Roma, pubblica l’elenco delle proposizioni preparate, con le relative censure teologiche, dalla Commissione del Cardinale Caterini (Fornari era scomparso nel 1854), e presentate al Papa nel febbraio del 1862. «Ne nasce un grande tumulto di passioni e di opinioni», perciò viene scelta un’altra via: nel Sillabo si sarebbero raccolti gli errori già condannati da Pio IX in encicliche e allocuzioni.

Molto interessante risulta la parte che precede il Sillabo: in essa si ripercorre il lungo travaglio e gli ostacoli, poco fa accennati, che non permisero di realizzare il primitivo disegno e vengono storicamente illustrate le macchinazioni e gli inganni che vennero realizzati ai danni del Pontefice, giungendo a falsificare il documento pontificio: se ne stamparono due tipi, uno per il Papa e l’altro per il mondo. Ad un certo punto il Sommo Pontefice si «accorge dove lo si vuol portare: ad essere il garante di un nuovo cristianesimo democratico, alla Mazzini o alla Weitling, che dovrebbe irradiarsi dalla terza Roma, la Roma repubblicana e popolare» (pp. 34-35). Pio IX non accetta, ma è la sua stessa vita ora ad essere in pericolo e deve fuggire, travestito da semplice sacerdote, con un grosso paio di occhiali ed un mantello sulle spalle per salire sulla carrozza della contessa di Spaur e raggiungere il Regno di Napoli nella notte fra il 24 e il 25 novembre 1848. Non aggiungiamo altro, ma sottolineiamo il fatto che il testo è corredato di una ricca appendice, dove vengono riproposti documenti di cui è bene non perdere la memoria: l’interessante lettera al Cardinale Fornari di Donoso Cortés e le imperdibili encicliche di Pio IX Qui pluribus, Nostis et Nobiscum; nonché le allocuzioni Jamdudum cernimus; Maxima quidem e Quanta cura. Una preziosa occasione per comprendere l’antico dolore di Pio IX:

«Siamo inorriditi», scriveva il Papa nella Qui pluribus del 9 novembre 1846, «e acerbamente addolorati quando ripensiamo a tutti i mostruosi errori e alle varie e molteplici arti nel commettere il male e alle insidiose macchinazioni con le quali questi nemici della verità e della luce, questi espertissimi artefici di frodi, si sforzano di spegnare in tutte le anime ogni amore di pietà, di giustizia e di onestà, di corrompere i costumi, di sconvolgere tutti i diritti divini e umani, di fiaccare, di minare e anzi, se possono, di demolire fin dalle fondamenta la religione cattolica e la società civile» (p. 145). Ebbene, quel dolore che inorridisce, inutile illudersi, resta attuale; tuttavia più si conoscono le ragioni del suo esistere e più è possibile difendersi dai falsi profeti e combattere gli errori, affinché l’unica Verità di Cristo torni ad illuminare la Via Maestra.

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Sillabo. Ovvero, sommario dei principali errori dell’età nostra. – ed. Cantagalli  (pag. 212, € 8,00)  –  per acquisti on line inviare una mail a info@riscossacristiana.it . Per le modalità di pagamento, clicca qui

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